Nonostante esistano numerose teorie per la costruzione dei portafogli, l’unica certezza che la Finanza genera ai suoi utilizzatori è l’imprevedibilità dei mercati e l’impossibilità di poter disporre di regole universalmente valide in ogni fase del mercato.

Noi di Investimenti Dinamici abbiamo iniziato un percorso che è partito oltre 15 anni fa con un portafoglio reale di tipo trendfollowing, corredato da un Back-Test robusto,  per il periodo che va dal 01/01/2001 al 27/05/2008, costruito per un Investitore Istituzionale.  Per comprendere meglio la validità dei nostri algoritmi avevamo l’esigenza di reperire un benchmark che rappresentasse fedelmente il mercato finanziario e che massimizzasse, attraverso i suoi pesi, i benefici della diversificazione. Circa due anni fa è nato quindi “Smart Asset Mix” un portafoglio Lazy mai movimentato e che oggi può rappresentare un Benchmark di riferimento per chiunque intenda confrontare le proprie strategie con il mercato.

Lavoriamo in un contesto dinamico in cui anche la migliore composizione di Lazy che siamo riusciti a costruire utilizzando le principali 4 Asset dei mercati finanziari non può garantire che possa replicare in futuro le medesime caratteristiche di diversificazione. Una volta stabilito il nostro benchmark universale (diversificazione delle Asset), ci siamo concentrati sulle caratteristiche dei principali portafogli attivi presenti sul mercato.

Uno degli indici più rappresentativi dei gestori attivi è il

👉BTOP 50

L’Indice BTOP50 mira a replicare la composizione complessiva del settore dei futures gestiti per quanto riguarda lo stile di negoziazione e l’esposizione complessiva del mercato.

Tra i criteri per l’inclusione nell’Indice come determinati da BarclayHedge incuriosisce il fatto che i programmi inseriti devono avere almeno due anni di attività di trading ed il consulente del programma inserito deve avere almeno tre anni di storia operativa. Inoltre in questo indice ricadono tutte le principali categorie di tipologia del trading compreso il trendfollowing.

Con riferimento ai trendfollower, l’SG Trend Index, con una data di avvio del 1° Gennaio 2000, ci sembra un ottimo indicatore del comportamento di questa specifica attività gestionale, anche se il requisito per l’inclusione prevede di:

👉  Negoziare principalmente futures (inclusi FX forward);

👉 Essere ampiamente diversificato tra classi di attività;

👉 Essere un trend follower riconosciuto nel settore;

👉 Mostrare una correlazione significativa con i pari che seguono le tendenze;

👉 Essere aperto il nuovo investimento;

👉 Segnalare i rendimenti su base giornaliera (al netto delle commissioni).

Da Gennaio 2013 ad oggi l’indice non include più necessariamente i 10 gestori più grandi.

Per avere una percezione più tangibile della convenienza ad utilizzare il Trendfollowing occorreva determinare un indice con un track record ininterrotto di almeno 15 anni, ampiamente diversificato geograficamente e per Asset e con regole esclusivamente quantitative per l’elaborazione del segnale.

Solo un track record convalidato e di lungo termine poteva rappresentare la validità del modello di gestione. L’indice che può rappresentare al meglio queste caratteristiche è il

👉 TTU TF

Ha una data di inizio del 1° gennaio 2000.

Al 31 dicembre 2022, l’Indice TTU TF comprendeva i risultati di 49 programmi. Questo vuol dire che Investimenti Dinamici, avendo un portafoglio reale documentabile di oltre 15 anni, può certamente essere confrontato non solo con il suo benchmark naturale (Smart Asset Mix), ma proprio con tale indice, ovvero con coloro che professionalmente fanno trendfollowing in maniera quantitativa da oltre 15 anni.

Per la nostra analisi più completa abbiamo voluto verificare anche:

👉 S&P500 TOTAL RETURN

👉 AZIONARIO GLOBALE

Una volta stabilito come Smart Asset Mix rappresentasse il portafoglio con il miglior indice di diversificazione dei mercati, occorreva determinare alcuni parametri alternativi per valutare  separatamente sia il rischio di un determinato portafoglio che l’attività gestionale espressa dal suo gestore derivante dal confronto dei portafogli con Smart Asset Mix e per lo S&P 500 TR dal confronto dello stesso Indice con l’azionario globale.
La qualità di un portafoglio non può essere riconducibile esclusivamente ad un semplice rapporto rendimento/rischio.
Abbiamo elaborato quindi l’indice di diversificazione ed il Market Rating del portafoglio, un parametro che stabilisce se, e quanto, un determinato portafoglio remunera correttamente il rischio con riferimento non solo assoluto ma anche relativo al confronto con il suo benchmark.  Dall’analisi di tutti questi dati abbiamo identificato un parametro denominato Rating Multiparametrico, in grado di esprimere con un unico valore il grado di robustezza del portafoglio analizzato.
Nel grafico a bolle che vedete, l’origine degli assi coincide con il benchmark (Smart Asset Mix) e di colore nero, oltre al benchmark, trovate gli indici azionari puri. In bianco trovate un portafoglio derivante dalla combinazione tra Smart Asset Mix e lo S&P500 TR, in azzurro trovate il Lazy più famoso (Golden Butterfly), in rosso BTOP 50, in verde tutti i portafogli di tipo Trendfollowing, in blu un mix tra GB e il portafoglio di tipo trendfollowing con il miglior indice di diversificazione. Il pallino rosa identifica il benchmark con un costo annuo di parcella di 0,80%. L’asse delle ascisse rappresenta un indicatore di rischio derivante sia dalla deviazione standard che dall’Ulcer Index dei portafogli e del loro Alfa.
Il periodo analizzato va dal 2001 al 2022.
Quando vengono applicate commissioni ad un portafoglio, che siano di gestione o parcelle, il nostro indice di rischio aumenta perché anche se le deviazioni standard non risentono dell’incremento commissionale, non altrettanto si può dire per l’Ulcer Index. Di conseguenza al variare degli aspetti commissionali varia anche il Rating Multiparametrico.
Dalla diversificazione delle Asset alla diversificazione delle Strategie è l’evoluzione della consulenza finanziaria.

Chi rimane ancorato al primo step e non si evolve in tal senso fornirà un servizio incompleto in cui si possono perdere delle opportunità derivanti dall’utilizzo di strategie alternative d’investimento.